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I FUCILI DRILL PURPOSE

E' realmente un'arma sicura?





 

La questione dei fucili marcati “DP” (Drill Purpose ovvero fucile da esercitazione) viene periodicamente dibattuta nei forum o nei gruppi di discussione ogni qualvolta spunti un fucile con una marcatura su canna e Knox-form o una banda colorata sulla calciatura. Spesso il risultato è una scissione in due correnti di pensiero. I primi dicono che “sono armi pericolose” i secondi che “bisogna esaminarle accuratamente per sapere se sono o meno pericolose”. Chi ha ragione?

Fino a pochi giorni fa avrei certamente sostenuto la seconda ipotesi, ovvero che sono armi che vanno controllate bene prima di essere utilizzate perchè una buona parte di armi destinate all’addestramento veniva presa da armi “finite”, o magari con qualche piccolo acciacco mentre un’altra parte veniva presa dalle armi “buone” per far fronte alla crescente necessità di addestrare le truppe e la conseguente richiesta di armi da manipolazione. Cosa c’è di vero in tutto questo? Ahimè poco! Ma è necessario approfondire l’argomento per venirne a capo.

Partiamo con una precisazione, i fucili da addestramento DP non erano come tanti pensano i fucili per fare le marce o gli schieramenti con il “present’at-arm”, erano fucili usati per l’addestramento in corsa, saltare i fossi, scalare le barricate, lanciarsi da dirupi scoscesi, guadare torrenti, paracadutarsi ecc ecc, tutte cose che un militare esperto può riuscire a fare salvaguardando lo stato dell’arma, ma una recluta... Veniva messo in conto che l’arma subisse danni anche notevoli.

Ci sono almeno due distinte circolari ufficiali inviate dal WD (dipartimento della guerra Inglese) ai responsabili degli arsenali. Istruzioni poi girate agli armaioli e contenute la prima nelle “Instructions for armourers” che riguarda espressamente gli SMLE e la seconda nelle “EMER” (che hanno sostituito le Istruzioni degli armaioli negli anni ‘50) che riguarda in modo più esteso tutte le armi da addestramento dal fucile n°1, n°4 al L1A1. Sono due circolari parecchio distanti nel tempo, la prima degli anni ‘20 e la seconda degli anni ’70 ma entrambe poco rassicuranti.


Particolare della marcatura DP sui ferri

 

 

Quanto segue riguarda solo le armi Inglesi e ragionevolmente il discorso può essere esteso alle armi Australiane, Neo Zelandesi, Canadesi e Indiane. La richiesta per armi da addestramento seguiva un complesso iter burocratico, la richiesta veniva valutata e inoltrata in scala gerarchica, si calcolava quante armi fossero necessarie e si disponeva il prelievo dalle scorte di un determinato numero di armi destinate ad essere usate e maltrattate per l’addestramento delle reclute nei più cruenti scenari. Qualora le armi presenti nelle scorte della caserma non fossero sufficienti per soddisfare la richiesta, venivano richieste al Ministero della Difesa (o WD) che dopo attenta valutazione dava ordine agli arsenali di deposito di rilasciare un quantitativo di armi denominate “Extra DP” prendendole dalle armi classificate come “ZF” (inservibili) o “BER” (Beyond Economic Repair - ovvero non economicamente vantaggiose nella riparazione), se anche attingendo a queste riserve la quantità di armi non era sufficiente venivano prese dalle armi “normali”. Caratteristica che tutte queste armi dovevano avere era quella di essere meccanicamente funzionanti, otturatore scorrevole, scatto funzionante e calciatura in ottimo stato, tutto per permettere ai soldati in addestramento di poter simulare in tutto e per tutto i movimenti di una vera arma avente le stesse caratterisitiche dimensionali di una funzionante. Le armi prelevate dagli arsenali (tra quelle “buone”) prima di essere inviate ai centri di addestramento venivano “cannibalizzate”, gli armaioli erano tenuti ad utilizzare ricambi di bassa qualità che non avevano superato i test di collaudo (molle, percussori, canne, culatte..). Tutti i materiali scartati venivano utilizzati per riparare o realizzare le armi destinate all’addestramento. Le parti recuperate dalle armi “buone” venivano immagazzinate come ricambi. L’aspetto esterno finale delle armi, grazie a buone mani di verniciatura era identico a quello della armi normali di servizio.

La direttiva EMER 259 o EMEI 259 per gli Australiani (Electrical And Mechanical Engineering Instructions che in pratica è la vera e propria bibbia degli armaioli che ha sostituito le vecchie “Instructions for Armourers”) diceva: “I fucili selezionati devono funzionare meccanicamente e le calciature devono essere prive di crepe e spaccature che possono interferire con la normale manipolazione. I fucili selezionati devono essere convertiti come segue:

- Rimuovere circa 15 mm dall'estremità anteriore del percussore.
- Riempire il foro del percussore mediante saldatura.
- Timbrare o incidere le lettere DP adiacenti ai numeri di serie del fucile sulla maniglia dell’otturatore, sulla canna e sul receiver.
Verniciatura
- Deve essere dipinta una fascia di colore giallo dorato di 75 mm di larghezza, 60 mm in altezza, nella parte posteriore del calcio, dove il calcio si avvita nel receiver.
- Un'altra banda colorata larga 75 mm che inizia dal bordo posteriore del paramano per tutta la circonferenza della calciatura.
- In queste bande colorate dovevano essere dipinte in nero le lettere DP alte 25mm su ciascun lato del calcio”.

Fin qui tutto abbastanza spaventoso e poco rassicurante, ma c’è di peggio!
Nella ben più vecchia circolare presente su “List of Changes in British War Material” di Ian Skennerton, nel volume 5 è riportatata la L.o.C. 25903 del 21 Febbraio 1923 riguardanti i Fucili, Short, MLE. - DP - che dice: "In futuro, tutti i fucili DP rilasciati alle truppe, e quelli già nelle mani delle truppe, saranno resi incapaci di sparare dagli armaioli."

Istruzioni per la disattivazione:
- Estrarre completamente l’otturatore e smontare la testina
- Con un punzone svasare il foro del percussore
- Inserire un chiodo dalla testa arrotondata nel foro del percussore e spingere la testa del chiodo fin sotto il dente dell’estrattore.
- Ribattere la parte sporgente del chiodo nella parte interna della testina come fosse un rivetto.
- Tagliare circa un pollice dalla punta del percussore
- Rimontare la testina sull’otturatore e rimontare l’arma”.


L.o.C. 25903 del 21 Febbraio 1923

 

Come avrete notato la procedura di disattivazione in entrambi i casi è piuttosto “blanda” e riguarda unicamente l’otturatore. Da notare che nella L.o.C. venne ordinata la disattivazione delle armi già DP e non per farle diventare tali (erano già DP prima della disattivazione e quindi già assemblate con parti scadenti che non avevano superato i requisiti minimi dei test di accettazione, parti recuperate in ogni dove o mal funzionanti).

Sul finire degli anni ‘70 finalmente si decise di “standardizzare” (o almeno provarono a farlo) le armi da addestramento e renderle permanentemente ed irrimediabilmente riconoscibili. Come sempre gli Inglesi gli assegnarono una nuova designazione, che era L59A2 per gli SMLE n°1, L59A1 per i n°4. Non si corre il pericolo di confondere queste armi con quelle funzionanti, oltre alle bande colorate (con le stesse caratteristiche dimensionali delle precedenti ma questa volta con colore bianco di base) sono presenti numerose fresature e forature nelle parti essenziali e riportavano la marcatura L59A2 (o A1 a seconda del modello) sul lato sinistro del receiver. Una buona parte delle armi da addestramento del dopoguerra furono recuperate da relitti di navi affondate durante il conflitto, ed è facile che sotto la pesante mano di suncorite nascondano pericolosa ruggine.


Fucile Drill Purpose L59A1
immagine tratta dal libro "The Lee Enfield - Ian Skennerton" con espressa autorizzazione dell'autore alla pubblicazione.

 



Per concludere e tornare alla domanda iniziale, direi che la prima corrente di pensiero che ritiene che le armi “DP” siano pericolose sia la più corretta. Trovare un arma riarsenalizzata post 1923 funzionante e marcata “DP” dovrebbe far sorgere parecchi dubbi. Se mai mi capitasse di trovare in armeria un fucile marcato “DP” ad un prezzo adeguato, non mi farei scrupolo ad aggiungerlo alla mia collezione, penso che siano armi collezionabili e che abbiano fatto la loro parte di storia ma io le armi le colleziono, non le uso!

Chi ne possiede una e decide di usarla dopo aver letto quanto sopra riportato lo fa essendo consapevole del fatto che l’arma potrebbe essere stata pericolosamente riassemblata per sembrare “normale”, purtroppo non necessariamente negli arsenali dell’esercito e non necessariamente in tempi lontani. Come abbiamo visto la procedura di disattivazione era talmente blanda che sarebbe bastato sostituire testina e percussore per rirpistinare un arma. Qualunque armaiolo o importatore ne sarebbe capace e con la vasta quantità di ricambi disponibili la cosa sarebbe alla portata praticamente di tutti. Aggrapparsi all’idea che l’arma ha passato il test del Banco di prova sarebbe cosa piuttosto incosciente, considerando che il banco si limita a sparare uno o due colpi sovracaricati ma non rilascia in ogni caso nessuna garanzia su un terzo colpo con qualunque dosaggio.

L’arma qui fotografata nasce a Lithgow nel 1915 come SMLE N°1MKIII, ha prestato servizio in patria  (marchio D/|D) e presenta il marchio di riarsenalizzazzione di Lithgow con la data MA53.
In quell’occasione è stata sostituita la canna (che presenta la stessa data dell’FTR), probabilmente la calciatura (che non presenta marchi di appartenenza a qualche reparto) e certamente il puntale che presenta i fori sulle alette di protezione che permettono la regolazione del mirino senza smontare il puntale e al tempo stesso rendono più luminoso il mirino (tipo di modifica introdotta nelle produzioni dal ‘44 al ’53). Essendo l’arma riarsenalizzata molto dopo l’entrata in vigore della L.o.C. del 1923, è un classico esempio di arma “riattivata”, non si sa ne da chi ne quando, rendendola arma Potenzialmente pericolosa.

 

Sappiate che quanto scritto purtroppo non è opera di fantasia ma frutto di ricerche verificate e comprende parte di articoli scritti dal Capitano Peter Laidler che è stato il maggiore armaiolo dell’Esercito Britannico e Ufficiale Tecnico Senior presso la scuola d’armi di Warminster, oggi pensionato.

Ognuno fa quel che vuole ma non posso fare a meno di ricordare le parole di un conoscente che ebbe la sfortuna di perdere un occhio in un incidente sul lavoro, ama dire: “Darei un occhio della testa per avere ancora entrambi gli occhi”.

 

Copyright© 2018 - analisi e trascrizione a cura di Andrea Grazioli per CoEx

 
Bibliografia:
- “List of Changes in British War Material” di Ian Skennerton
- “The British Service Rifle vol 2” di Charles R. Stratton
WEB / Forum:
- www.milsurps.com
- Articoli di Peter Laidler www.forums.gunboards.com
- Articoli di Peter Laidler www.rifleman.org.uk

 


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