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LE PISTOLE DEL SAYERET MAT'KAL

La Walter PPK e Beretta 71





la Beretta 71 e la Walther PPK a confronto

 

Cominciamo con una storia:

OPERAZIONE THUNDERBOLT A ENTEBBE:
Il 27 giugno 1976, il volo Air France 139, decollò dall'aeroporto di Atene diretto a Parigi, con a bordo 260 persone. Poco dopo la partenza, il volo venne dirottato da quattro terroristi. I dirottatori, due di questi appartenenti al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), ordinarono ai piloti di dirigersi verso Entebbe, in Uganda, dove atterrò alle 03:15 del 28 giugno dopo una sosta in Libia per rifornimento.

Il commando, infatti, aveva l’appoggio del governo del dittatore ugandese Idi Amin che simpatizzava per i terroristi palestinesi. Sebbene originariamente fosse stato sostenuto da molti Governi occidentali, Israele compreso, le sue relazioni diplomatiche con l’Occidente si deteriorarono rapidamente a causa del carattere, ferocemente, dittatoriale del suo regime.

Il gruppo terroristico palestinese chiese 5 milioni di dollari e la liberazione di 53 terroristi palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, in cambio della liberazione degli ostaggi entro l’1 luglio, diversamente avrebbero ucciso gli ostaggi.

Il giorno seguente, 29 giugno 1976, i dirottatori liberarono circa 140 tra i passeggeri dell'Airbus, trattenendo più di 100 ostaggi selezionati in quanto israeliani o semplicemente ebrei.

Il governo di Israele iniziò le trattative per il rilascio degli ostaggi, studiando al contempo anche altre possibili soluzioni come l'intervento armato. Una volta ottenuti 3 giorni di proroga rispetto all'ultimatum imposto, le alte sfere israeliane riuscirono ad organizzare una spettacolare e difficilissima missione di salvataggio. Bisogna ricordare che l’Uganda si trova a oltre 4.000 km distanza da Israele, e che l’esercito israeliano dovette preparate tutta la missione in Israele non potendo contare su appoggi logistici esterni. La missione fu affidata ai reparti speciali dell’ IDF (esercito israeliano), specificatamente il Sayeret Matkal, di cui parleremo qui di seguito riguardo le pistole oggetto di questo articolo e il Mossad (i servizi segreti per le operazioni al di fuori di Israele).

Dopo, solo, alcuni giorni dedicati alla raccolta di informazioni ed alla preparazione, il 4 luglio quattro aerei C-130 Hercules del Heyl Ha'Avir, l'Aeronautica militare israeliana, atterrarono di notte all'aeroporto di Entebbe senza alcun supporto, di nascosto e nel buio completo.

Gli israeliani atterrarono alle 23.00 circa, con i portelli di carico già abbassati. Fu fatta scendere una Mercedes nera, l'automobile doveva simulare la visita dello stesso Amin, per distrarre l'attenzione dei soldati ugandesi e dei terroristi.

La celebre Mercedes nera usata per ingannare i terroristi

 

Gli ugandesi furono ingannati dal diversivo israeliano. I militari del Sayeret Matkal irruppero nell’edificio gridando in ebraico agli ostaggi di proteggersi in modo che potessero capire di essere sotto salvataggio. Furono uccisi i dirottatori e purtroppo un ostaggio.

Gli israeliani tornarono quindi agli aerei su cui iniziarono a imbarcare gli ostaggi liberati mentre gli ugandesi presero a sparare contro di loro.

Gli israeliani risposero immediatamente al fuoco riuscendo subito a neutralizzare le forze ugandesi. Nel corso di quest'ultima sparatoria, due ostaggi e Yonatan Netanyahu, comandante in campo della missione e fratello del futuro primo ministro Benjamin Netanyahu, furono colpiti a morte. Gli aerei cargo alla fine decollarono con destinazione Tel Aviv.

Il comandante Yonatan Netanyahu rimasto ucciso

 

L'incursione durò solo una trentina di minuti, durante i quali 6 dirottatori e 3 dei 103 ostaggi vennero uccisi, oltre al comandante del raid Netanyahu; le perdite ugandesi non furono mai confermate ma si presume fossero almeno 45.

La squadra del Sayeret Matkal intervenuta a Entebbe

 

Cosa è il Sayeret Matkal e perché raccontare questa storia?

La Sayeret Mat'kal (in ebraico סיירת מטכל) ovvero Unità di Ricognizione dello Stato Maggiore è un'unità militare di forze speciali facente parte delle Forze di Difesa Israeliane, ovvero Zahal. Essa è la principale unità israeliana con compiti di ricognizione speciale, attività antiterrorismo, ricognizione a lunga distanza e intelligence.

La Sayeret Matkal si occupa anche delle missioni di "recupero ostaggi" fuori dai confini d'Israele come abbiamo visto con l’operazione Thunderbolt a Entebbe.

A causa dei continui dirottamenti aerei e delle sempre crescenti tensioni politico-religiose, in Medio Oriente, dagli anni ’60, nasceva l’esigenza, per Israele, di proteggere i propri voli aerei civili della compagnia di bandiera “El-Al” e gli aeroporti dove essa faceva scalo. Fu cosi che venne istituita una sotto-unità della Sayeret Matkal composta da operatori, detti Sky Marshal, che in incognito, dovevano sorvegliare gli aeroporti nonché volare in totale anonimato sui voli della El-Al per prevenire dirottamenti od intervenire, anche in modo radicale, nel caso ci fossero azioni terroristiche a bordo degli aerei. Per poter ottemperare a questo compito, i membri di questo reparto dovevano essere necessariamente dotati di un’arma corta, compatta per il porto, non eccessivamente “rumorosa” e che in ambienti piccoli, chiusi e pieni di civili, doveva garantire precisione limitando al massimo il pericolo di danni collaterali. La pistola più usata fu la nostra Beretta modello 71 in calibro 22LR e la seconda scelta ricadeva sulla Walther PPK in 22LR.

Qui la Beretta 71, versione con canna corta.

 

e qui la meno comune Walther PPK in cal. 22LR

 

Prima di addentrarci nelle caratteristiche specifiche delle armi è doveroso indicare che il battesimo di fuoco di queste armi avvenne nel febbraio del 1969 all’aeroporto di Zurigo, dove un membro degli Sky Marshal, Mordechai Rachamim, diventato poi primo eroe nazionale per questo tipo di operazioni, sventò un attentato direttamente sulla pista condotto da terroristi palestinesi. L’arma usata era una delle due sopra menzionate. Essendo ridotto il potere lesivo di queste armi di piccolo calibro, è bene precisare che Rachamim neutralizzò istantaneamente due terroristi armati di fucili d’assalto scaricando tutto il caricatore.

Lo stesso partecipò anche nel 1972 a un'altra operazione tattica e ugualmente pericolosa che coinvolgeva la sicurezza aerea quando lui e altri membri dell'unità d'élite del Sayert Matkal salvarono passeggeri e membri dell'equipaggio a bordo di un volo Sabena Airline dirottato all'aeroporto di Tel Aviv. A quel tempo, questa unità era sotto il comando di Ehud Barak, un futuro primo ministro di Israele e il soldato più decorato nella storia dell’IDF.

Tornando all’inizio del nostro articolo, l’operazione a Entebbe, seppur tra le operazioni militari meglio riuscite del dopo guerra, è anche tristemente famosa per il fatto che sul volo 139 della AirFrance, nonostante la stragrande maggioranza dei passeggeri fosse israeliana o di religione ebraica, non erano presenti Sky Marshal della Sayeret Matkal, il che causò quanto la storia racconta. Se fosse stato presente un membro della celebre unità i fatti sarebbero andati diversamente. Successivamente a questo evento, la presenza degli Sky Marshal fu pesantemente incrementata in tutti gli aeroporti con voli per Israele.

Le pistole in calibro .22LR Beretta 71 e Walther PPK, scelte dall’esercito israeliano per questo tipo di operazioni, sono tra le più precise, compatte e estremamente affidabili, capaci di grande precisione anche con un tiro rapido in modo da poter raggiungere le parti vitali, grazie anche al ridottissimo rinculo e rilevamento. Infatti a causa del calibro senza un gran potere di arresto e potere lesivo, dovevano essere utilizzate da personale esperto in grado di neutralizzare più nemici senza dover cambiare il caricatore. Non erano adatte quindi per un medio-lungo conflitto a fuoco dove ne sarebbero uscite perdenti anche se utilizzate da veri esperti tiratori. Per le esigenze dell’operatore l’ingaggio doveva necessariamente terminare prima dello svuotamento completo del caricatore, tramite un tiro a corto raggio, mirato ed estremamente chirurgico.

 

LA BERETTA:

La Beretta si presenta ovviamente con le consuete caratteristiche del modello civile, senza alcuna differenza, ma nell'esemplare illustrato in questo articolo, sono presenti i marchi di derivazione israeliana. Si tratta della modello 71 ovvero la versione della serie 70 con canna corta e calibro .22LR.

i marchi ben visibili: Tsadi a destra racchiuso nel cerchio e Nun a sinistra nella stella a sei punte, di cui vedremo il significato successivamente.

 

LA WALTHER:

In questo caso siamo di fronte alla “seconda scelta” dell’IDF. Infatti la dotazione PPK risulta essere di gran lunga inferiore rispetto alla Beretta mod 71. L’arma ha tutte le caratteristiche di una normale PPK civile in calibro 22LR. La produzione avveniva, nei primissimi anni ’70, nella celebre fabbrica d’armi di Ulm. L’unica caratteristica che la contraddistingue è la presenza del punzone israeliano della IDF costituito dalla stella a sei punte (stella di David) e dalla lettera ebraica “Tsadi” “צ” che identifica l’accettazione militare da parte della Tzahal (צהל) ovvero la semplice contrazione dell’esercito israeliano, l’IDF (Israel Defense Force - Forza di difesa israeliana - Tzva HaHagana LeYisra’el) di cui fa parte anche l’unita Sayeret Matkal.
L’altra lettera che si vede a fianco della tsadi è la “nun” “× ”, la quattordicesima lettera dell’alfabeto ebraico, che indica la prova di fuoco dell’arma.
 
Le lettere Tsadi e Nun sono gli unici marchi marziali dell’IDF sin dalla sua origine presenti su tutte le armi dell’esercito israeliano.

Il punzone "Tsadi" di accettazione militare con a fianco il parziale punzone "Nun" di prova a fuoco dell'arma.

la lettera Tsadi nell'alfabeto ebraico

 

Queste armi, per tutte le caratteristiche sopra descritte, erano anche assegnate al celebre Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana per le operazioni all’estero.

Nel mondo collezionistico spesso si legge che Beretta 71 e Walther PPK come i modelli presentati, con i marchi di accettazione della Tzahal, fossero assegnate anche ai servizi segreti, ma questo è assolutamente falso. Infatti per esigenze di spionaggio l’arma non poteva assolutamente essere identificata in caso di smarrimento sul campo, la matricola non veniva rimossa ma senza poter avere una riconducibilità certa e non aveva soprattutto marcature identificative come la Tsadi. Ecco il motivo perchè spesso, armi di questo tipo, abbiano chiaramente i punzoni dei Banchi di prova civili.

Quindi, riteniamo che le armi del Mossad, per loro natura, non siano mai arrivate nel mercato civile collezionistico, ma comunque è bene precisare che queste sarebbero assolutamente non identificabili.

Ecco come una semplice Walther PPK o Beretta 71 in calibro 22LR possano essere ricche di storia e fascino oplologico.


La PPK: smontaggio da campo

 


La 71: smontaggio da campo

 

CLASSIFICAZIONE COLLEZIONISTICA PER ENTRAMBI I MODELLI:

Reperibilità 4
Valore Storico 4
Valore nel Tempo 4
Valore di Mercato 3
Stato dell'Arma GRADE A-

 

Copyright© 2018 - Daniele Belussi per CoExPer consultare la legenda, clicca qui

 

Bibliografia e fonti:
- Coex database
- Walther Pistole - Dieter H. Marschall
- Diario di Entebbe - Mag. Louis Williams - IDF
- Tactical Weapons - Israeli Mossad .22LR - Nick Jacobellis
- www.isayeret.com
- www.waltherforum.net

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