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L'ELMETTO ADRIAN

L'elmetto della Grande Guerra





L'elmetto Adrian, è una delle tante icone che caratterizzò e ancora caratterizza la "Grande Guerra" ed è riconoscibile per il suo stile unico tra modernità e antichità. Tutt'oggi sono riconoscibili su vari monumenti raffiguranti soldati della Prima Guerra Mondiale nei vari paesi che vi hanno preso parte. Simbolo non solo di un'epoca, ma anche di soldati che lo portarono, con il quale combatterono e morirono sui campi di battaglia, lanciati in un disperato assalto contro una trincea nemica o riparati sotto di esso in trincea, durante la pioggia di un bombardamento. Ogni elmetto ha una sua storia e un suo nome, a volte personalizzati dal proprio soldato con segni indelebili che riportano alla memoria la sofferenza, la paura, l'onore di quei momenti. 

Allo scoppio delle ostilità nel 1914, nessuno stato belligerante era equipaggiato di elmetto metallico, anzi, i vari soldati portavano ancora berretti in stoffa e divise colorate risalenti alle esigenze di guerra Risorgimentali e non adatte al nuovo stile di combattimento e alle nuove tecnologie che si andavano sviluppando alla fine del XIX secolo.

I vari Stati maggiori dopo alcuni mesi di guerra, si resero conto del profondo cambiamento e della esigenza di dotare i propri soldati con equipaggiamento più adatto e meno vistoso, basti pensare alla divisa di un fante Francese all'inizio della guerra: il classico "Poilou" con berretto rosso a visiera nera denominato "Képi" mod.1884 in testa e una giacca blu scuro con bottoni dorati, pantaloni rossi, scarponcini neri e buffetteria larga pesante in cuoio nero (divisa non molto dissimile da quella indossata dai loro nonni durante le battaglie risorgimentali di Solferino e S.Martino del 1859 o di Sedan nel 1870); le mitragliatrici tedesche non ebbero pietà nell'agosto del 1914 falciando a migliaia i soldati francesi. Il Regio Esercito Italiano, entrò in guerra quasi un anno dopo lo scoppio delle ostilità sicuramente meglio equipaggiato dei Francesi, con una divisa più moderna, la mod.1909 color grigioverde. anch'essi portavano un berretto in stoffa del medesimo colore della divisa con una visiera e un soggolo in cuoio e cucito in fronte il numero del reparto assegnato.

Fu così che dopo quasi un anno di guerra, in vista di una evoluzione delle divise francesi, un sottointendente di prima classe Louis Auguste Adrian, con Luis Kuhn (capo dell'atelier meccanico delle officine Japy), iniziarono gli studi su un progetto per dotare l'esercito Francese di un elmetto metallico. Il 13 aprile del 1915 venne presentato il prototipo al Generale Joffre che ne apprezzò molto l'idea e solo un mese dopo il 21 maggio del 1915 venne approvato dalla commissione esaminatrice che emanò con circolare del 26 maggio l'ordine di produzione di tale elmetto alle "officine Japy" di 1.600.000 modelli con fregio per fanteria, 100.000 con fregio dei cacciatori a piedi, 100.000 con fregio del genio guastatori e 350.000 con il fregio degli artiglieri. Alla fine del 1915 si contava già una produzione totale di più di tre milioni di esemplari, dando vita così al primo vero elmetto della Grande Guerra, l'elmetto "ADRIAN".

L'elmetto Adrian nacque con la colorazione "gris artillerie" derivante dal colore del pezzo da 75 dell'artiglieria, ma si trattava di una tinta molto chiara e troppo brillante che con la pioggia schiariva molto e rendeva visibile il soldato. Furono fatti altri studi sulla pittura nel 1916 che consisteva nella successiva cottura all'elmo che ne dava una consistenza di un blu sbiadito, fu così che la Intendenza adottò il nuovo colore "bleu horizon" che fu utilizzato per il resto della guerra. L'elmetto fu distribuito in parte (circa 30.000 pezzi) dal giugno del 1915 mentre la consegna più massiccia si ebbe verso agosto per poter equipaggiare ogni fante dell'elmetto in previsione della offensiva della Champagne a settembre. Vi furono varie ditte Francesi che fabbricarono tale elmetto nel corso della guerra e in alcuni esemplari e possibile riscontrare la marcatura della ditta all'interno dell'imbottitura o stampigliata sulla calotta. Il prezzo indicativo all'epoca per la fabbricazione di un elmo Adrian era di circa 5/6 franchi per pezzo. Varie statistiche furono fatte dopo la introduzione dell'elmetto sui feriti Francesi e si potè evincere che nel 1917 le ferite causate alla testa erano molto diminuite rispetto al 1914/1915.

La composizione dell'elmetto Adrian mod.1915 è divisa in quattro parti: la calotta costituita da una lastra di acciaio del diametro di 33cm e 0,7mm di spessore, il crestino ottenuto per stampaggio, la visiera anteriore e il coprinuca posteriore. Per costruire l'Adrian, veniva prodotta la calotta alla quale veniva praticato un foro di forma ovale lungo 10 cm in alto, che serviva per il passaggio dell'aria all'interno dell'elmetto, dopodiché rivettavano sopra la calotta il crestino che aveva lo scopo di proteggere il foro di aerazione ed estetico, con quattro rivetti, ed infine venivano saldate le due parti, visiera davanti e coprinuca dietro, facendole diventare un tutt'uno con la calotta. Infine veniva inserito il fregio metallico (la granata fiammaeggiante con all'interno le lettere "RF" Republique Françese) sulla fronte della calotta. Il peso complessivo dell'elmetto finito era di 670/750 grammi in base al modello. Furono riscontrati cedimenti sulle primissime produzioni in cui la saldatura tra coprinuca e visiera cedeva durante gli impatti; venne così ovviato il problema apponendo due rivetti ai fianchi oltre che alla saldatura rendendo più solido l'aggancio. L'imbottitura interna era in cuoio marrone o dipinto di nero rivestita da un panno grigio all'interno e fermata ai lati da una lamiera ondulata, con agganciato un soggolo regolabile in cuoio marrone di montone e successivamente sostituito con quello di capra considerato più resistente. L'elmetto venne prodotto in tre taglie differenti denominate A,B, e C , coprivano dalla taglia 54 alla 62 ed erano stampigliate all'interno della imbottitura.

Vengono riportati qui sotto, alcuni esempi di elmetti Adrian mod.15 Francesi:

- Mod.15 per fanteria: color "bleu Horizon" con soggolo in cuoio con regolazione in metallo recante la granata fiammeggiante con le iniziali "RF". Si noti la vistosa saldatura che unisce la calotta, la visiera e il coprinuca.


- Mod.15 per Medici: color "bleu horizon" (ogni ditta che assemblava elmetti Adrian, dipingeva l'elmetto con una tonalità non sempre uguale di blu, per cui è normale trovare elmetti con colorazioni più chiare o più scure) con il fregio recante gli allori sui fianchi e al centro il "bastone di Ippocrate" recante un serpente attorcigliato intorno ad una verga, simbolo della medicina. Furono prodotti in minor quantità rispetto agli altri elmetti per altre specialità dell'esercito e sono quindi di più difficile reperibilità.


- Mod.15 per Reduci di Guerra: elmetto con placca in ottone per reduci delle prima guerra, era un normale elmetto al quale veniva rivettata sulla visiera la placca in ottone ricamata con la scritta "Soldat de la Gran Guerre 1914-1918" sovente veniva scritto  il nome del soldato. il colore non è più del Bleu Horizon in quanto ridipinto nel dopoguerra col nuovo color Kaki.


Anche l'Italia, visto il successo dell'elmetto Francese, decise di acquistare alcuni pezzi da sperimentare nel proprio esercito. Ricevettero nel mese di ottobre del 1915, circa 5.000 elmetti mod.15 in color "bleu horizon" recanti il fregio Francese, distribuiti in sei pezzi per compagnia e visto il successo riscosso dai fanti, ne furono ordinati altri 104.550 da distribuire nel gennaio del 1916. Inizialmente distribuiti solo alla Terza Armata operante sul Carso, fu poi distribuito a tutto l'esercito; i successivi modelli mod.15 vennero richiesti senza il fregio Francese ed utilizzati sempre nel color "bleu horizon"; con circolare del Comando Supremo num.12720 del 15 luglio 1916 venne assegnato l'incarico ad ogni compagnia di ridipingere del color grigio-verde il proprio elmetto, apponendovi sempre dipinto a mano il numero del proprio reggimento con la corona sopra o il fregio della propria specialità (artiglieri, alpini, contraerea, mitraglieri,...) la colorazione era di nero per i numeri di reggimento e giallo per i fregi. Una volta standardizzato l'elmetto per tutto l'esercito furono aboliti gli altri copricapi in prima linea (fez e moretto per Bersaglieri, cappello con piuma per Alpini e berretto per la Fanteria), concedendo di tenerli solo nelle baracche e nelle retrovie. Fu riscontrata dall'esercito italiano una pecca nell'elmetto Adrian mod.15, ovvero se colpito o danneggiato in alcuni punti sui fianchi, in quanto saldato in quattro pezzi, si disgregava ferendo ancor di più il soldato che lo indossava. Lo stato maggiore Italiano avviò nuovi studi per migliorare tale elmetto e per produrlo interamente in Italia, fu così che con una circolare del Comando Supremo num.4542 del 24 aprile 1916 venne adottato una variante tutta Italiana dell'elmetto denominato "elmetto metallico leggero" corrispondente anche al nome di "elmetto Lippmann". Denominato in seguito elmetto Adrian mod.16 era di più semplice costituzione in quanto si componeva di sole due parti, la calotta in lamiera ripiegata alla base per formare visiera e coprinuca e il crestino non più rivettato ma saldato elettricamente. Anche se tale elmetto doveva risultare più robusto ed efficiente, lo spessore troppo ridotto della calotta per questioni economiche ne rendeva praticamente meno sicura la protezione e non migliore rispetto al modello Francese, ma nonostante questo fu prodotto in quantità elevate durante tutta la durata della guerra e fu utilizzato a fianco delle forniture Francesi. Il mod.16 nasceva dipinto del color grigio-verde (anche in Italia ogni ditta produttrice ne dipingeva di colori grigioverdi di tonalità non sempre uguali) con soggolo in cuoio verde e imbottitura marrone o color nero. Anche sul mod.16 venivano dipinti a mano i numeri del reparto o i fregi della specialità, compito che spettava ai soldati incaricati e successivamente con circolare del Comando Supremo num.25303/C dell'aprile del 1917 furono forniti timbri per apporre i fregi che velocizzavano la assegnazioni.

Ecco alcuni esempi qui riportati, di elmetti Adrian mod.15 e mod.16 utilizzati dagli Italiani:

- Elmetto Adrian Mod.15: prima fornitura Francese all'esercito italiano senza il fregio "RF" ancora nel color "blue horizon" con dipinto in nero a mano il fregio del "6° reggimento Lancieri d'Aosta" completo del suo interno (riproduzione attuale) con imbottitura in cuoio color nero; si nota ancora stampigliato sotto la calotta il nome del produttore Francese e il numero della taglia (58 – B). Furono anche riciclati elmetti Francesi ai quali veniva tolto il fregio tappati i fori frontali e dipinto il fregio Italiano.




- Elmetto Adrian Mod.15 per Artiglieria: elmetto sempre di fornitura Francese ridipinto dall'esercito Italiano del color grigio-verde (si notano sotto alcuni scrostamenti di vernice l'originale color "blue horizon") e apposto dipinto a mano il simbolo dell'artiglieria di colore giallo. Mostra un soggolo regolabile tipo "cintura" in cuoio marrone.


- Elmetto Mod.15 da "scavo": elmetto ritrovato nella prima linea Italiana sul monte Grappa; ha perso completamente la sua colorazione (grigioverde o blu horizon) si notano alcuni fori di proiettile sulla parte alta del crestino.


- Elmetto Adrian Mod.16: elmetto di produzione Italiana, si può notare la netta differenza tra il suo gemello mod.15: di fattura più "povera" nelle lavorazioni, non più unito in quattro parti e di colorazione grigio-verde, si nota ancora parte dell'inchiostro nero sulla fronte dove una volta vi compariva il numero del reparto. 


- Elmetto Adrian Mod.16 da "scavo": questo mod.16 è stato ritrovato sul fronte del Trentino in zona di guerra, ha perso completamente la colorazione grigio-verde, porta legati sulla calotta degli occhiali anti-schegge e riverbero utilizzati dalle truppe alpine e sciatrici in zone di montagna.


L'Adrian fu utilizzato non solo dall'esercito Italiano e Francese, ma data la sua facilità di produzione fu adottato da Russia, Belgio, Romania, Polonia, Olanda, Irlanda, America (all'entrata in guerra dell'America nel 1917 i soldati non avevano un elmetto individuale e inizialmente portarono gli elmetti Adrian mod.15 forniti dai Francesi prima di adottare il modello Inglese.) e Austriaci (molti elmetti Adrian Italiani furono presi ai prigionieri durante la guerra e soprattutto dopo la sconfitta di Caporetto ingenti quantità di materiale finirono in mano Austriaca che li riutilizzò nelle retrovie per equipaggiare la Gendarmeria e truppe logistiche di seconda linea; vennero ridipinti nel color "nocciola" tipico degli Stahlhelm Mod.16 Austro-Tedeschi).

Infine si può senz'altro affermare che l'Elmetto Adrian ha rivoluzionato l'equipaggiamento individuale del soldato durante la guerra, ed è stato il capostipite di una lunga serie di elmetti che si sono sviluppati nel primo dopoguerra, rimanendo l'emblema del soldato nella "Grande Guerra".

Copyright©2017 - Stefano Pinoni per CoEx

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