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categorie - ARMI CORTE

BERETTA 34-35 DURANTE LA R.S.I.

La produzione per l’Esercito Tedesco e la R.S.I. dal settembre 1943 all’aprile 1945





 

(di Adriano Simoni)

BERETTA MOD. 1935 calibro 7,65 Browning:

 

La situazione in Italia dopo l’8 settembre 1943, data dell’armistizio tra le forze Alleate e il governo italiano, non era chiara in quanto la penisola si trovava in una situazione che vedeva le forze alleate attestate nel sud dell’Italia mentre la Wehrmacht occupava tutto il centro nord. Così in Beretta, durante quei concitati mesi, fu deciso di non rullare sul carrello la data dell’Era Fascista e di lasciarlo in bianco; la rullatura delle scritte riprese solo all’inizio del 1944.

Sembra però che le armi (pistole e mitra) destinate alle forze armate repubblicane (M.V.S.N., X MAS, S.Marco) continuassero a riportare l’indicazione dell’Era Fascista.

Oltre all’omissione delle scritte venne eliminata alche la fresatura di alleggerimento posta alla base dell’impugnatura per ridurre i tempi di fabbricazione. E, sempre per accorciare i tempi, la suola dei caricatori non venne più fresata, ma prodotta in lamiera stampata.

La situazione, comunque, si evolse rapidamente e con l’inizio dell’ottobre 1943 l’esercito tedesco prese possesso delle principali industrie italiane destinando la produzione quasi totalmente alle esigenze della Germania.

Fra le aziende “occupate” vi fu in primis la Beretta di Gardone Val Trompia.

La produzione delle Beretta 34 e 35 e dei MAB 38A e 38/42 solo in parte venne destinata all’esercito della neonata Repubblica Sociale Italiana di Mussolini.

Con l’occupazione, a partire dall’ottobre ’43, la Beretta operò sotto la direzione di tre tecnici inviati appositamente dal Reich e soprattutto sotto la stretta e rigorosa sorveglianza delle Waffen SS che circondavano tutto il perimetro della fabbrica. Si produssero armi destinate sia alla Wehrmacht sia alle forze tedesche paramilitari (organizzazione Todt) oltre che al ricostituito esercito della Repubblica Sociale Italiana (RSI).

La produzione, come già detto, riguardava le pistole Beretta Mod.34 in cal.9 corto e Mod.35 in calibro 7,65 Browning ed i fucili mitragliatori MAB 38A e 38/42.

Un ingente numero di Beretta 34 e 35 (si parla di oltre 600.000) era stata catturata agli Italiani fatti prigionieri, dopo l’8 settembre, in Italia, in Grecia e nei Balcani ed erano state catalogate dai Tedeschi come modello “P-671” i e distribuite direttamente in Germania alla Volksturm, per non gravare sulla produzione tedesca di armi data la carenza nel periodo in cui la guerra cominciava ad andare male.

Da parte della Wehrmacht sulle pistole modello 34 e 35 non è mai è stata impressa alcuna sigla o punzone a differenza di quanto avvenuto per altre armi catturate nei paesi invasi dall’Esercito Tedesco (Francia, Belgio, Polonia, Ungheria). Così ad esempio l’ungherese Femaru era la P37, la FN Browning Mod 1922 era la P641b o P626b.

Nei primi mesi del 1944, si iniziò nuovamente la rullatura del carrello, la scritta divenne:

 

P.BERETTA-CAL.7,65-BREVETTATA
GARDONE V.T.1944

 

Le Beretta Modello 35 prodotte negli anni 1944/45 riportano normalmente il punzone 4UT nell’ovale che corrisponde al 4°Ufficio Tecnico dell’Esercito Tedesco - Heereswaffenamt, presente sia in Gardone Val Trompia che a Como, con il compito di ispezione ed approvazione delle armi destinate alla Wehrmacht, alle truppe ausiliarie ed a quelle dell’Esercito Repubblicano della R.S.I.

Tutte le armi, anche quelle personali per gli Ufficiali della Wehrmacht, dovevano passare sotto il controllo di questo ufficio.

(Il quarto ufficio tecnico IV-Utcam di Brescia funzionava anche durante il Regno ed il punzone era IVU n.d.a.)

Inoltre la destinazione di tutti gli ordini doveva essere approvata dal comando Sonderberauftrager OKW W.A.- Italien bei Heeresgruppe B insediatosi a Villa Erba di Como.

Il numero di Beretta Modello 35 prodotte e consegnate alla Wehrmacht si aggira attorno ai 116.000 pezzi prodotti fra Ottobre 1943 e Aprile 1945.

I quantitativi desunti in base alla matricola sono:

- 16000 marzo-giugno 1944 (da 509000 a 525000)
- 9000 giugno-agosto 1944 (da 525000 a 534000)
- 65000 agosto 1944-febbraio 1945 (da 534000 a 599000)
- 17000 febbraio 1945-aprile 1945 (da 599000 a 616000)

Da questo risulta che il numero di Beretta Modello 35 prodotto durante gli anni ‘43-‘45 negli stabilimenti di Gardone V.T. sia stato molto maggiore di quello delle Modello 34. Di questo modello, come vedremo in seguito, furono prodotti solo due lotti contrassegnati con una matricola alfanumerica xxxxAA (9997) e xxxxBB (8903)

Generalmente le Modello 35 riportano il punzone 4UT sulla parte terminale del fusto a sinistra e talvolta a destra.

 

Mia nota sul libro “Axis Pistols di Jan C.Still”:
Non molte pistole, secondo l’autore, presentano punzoni di accettazione tedeschi (WaA) con o senza svastica.
Sul libro sono riportati anche i numeri di matricola presenti nel range matricolare fra il N.504805 ed il N.613568 e le foto.
Premumo siano indicati solo i modelli a lui noti poiché a mio parere il numero di pistole riportanti il WaA, pur rimanendo imprecisato, è molto più elevato.
I punzoni con il WaA sono di due tipi, senza svastica e con svastica (ultima produzione).

 

Le pistole, dopo la matricola 600000, presentano il carrello senza scritte (blank) e il punzone 4UT nell’ovale. Il banco di prova è generalmente quello di Brescia, ma sono noti anche esemplari con quello civile di Gardone V.T.

Non è chiaro il perché sia stato usato il punzone del Banco di Brescia che era stato chiuso negli anni ’30.  

Pare siano state inviate anche 5.000 pistole Modello 35 all’alleato giapponese come acconto di un ordine di 20.000. Questo “contratto” esiste anche nella corrispondenza degli archivi Beretta come riportato nel volume “Beretta 1934” edito da Edizioni Lu.Po febbraio 2020, scritto dal compianto Prof. Ugo Menchini e dal sottoscritto.

La spedizione sarebbe avvenuta tramite i sommergibili atlantici italiani della Base di Betasom vicino a Bordeaux, ma non è certo che le Modello 35 siano giunte a destinazione, poiché nel dopo guerra in Giappone non è stato mai reperito alcun esemplare. Una delle probabili ipotesi è anche che non siano mai partite!

Le armi di questo lotto sarebbero state prive del punzone 4UT.

Apprendiamo da un articolo postumo del Prof. Menchini inerente alle sue ricerche nell’archivio Beretta che le armi fossero realmente presenti in magazzino della ditta produttrice.

In detti magazzini erano presenti anche quelle destinate alla Romania (che già nel 1941 aveva acquistato circa 40.000 mod.34, 1.650 delle quali rimaste in Italia a causa dell’invasione della Romania da parte dei russi oltre che un gran numero di MAB 38A). Le destinazioni erano: 1000 per le ferrovie rumene e 650 per la pubblica sicurezza di Bucarest. Anche per questi due ordinativi non è certa l’esecuzione.

Dai dati noti in mio possesso, peraltro non del tutto attendibili, vediamo a chi furono distribuite le Modello 35 prodotte fra il ’43 ed il ’45. 

 

IL PRIMO LOTTO:
(9000 pezzi dal n. 509000 al 525000)

Fu consegnato al Comando della Wehrmacht in Italia, all’aviazione della R.S.I e alla Marina della RSI fra l’ottobre ’43 ed il marzo ’44.
Non sempre è presente il punzone 4UT. La finitura è ancora a un buon livello.

 

 

Immagini: BERETTA 35 CON PUNZONE BANCO DI BRESCIA

 

 

 

Immagini: BERETTA 35 CON PUNZONE WaA162 e 4UT

 

 

 

Immagini: BERETTA 35 CON PUNZONE BANCO DI BRESCIA E 4UT SULLA DESTRA

 

 

 

SECONDO LOTTO:
(16000 pezzi dal n. 525000 al 534000)

Fu consegnato interamente al Comando Wehrmacht fra il marzo e il giugno 1944. A questo lotto apparterrebbero le 5.000 pistole destinate al Giappone.
Anche questo lotto presenta il punzone 4UT, e generalmente quello del banco di prova di Brescia. Raramente quello di G.V.T.
Esistono anche pistole senza alcun punzone come quella della foto.

 

 

Immagini: BERETTA 35 SENZA ALCUN PUNZONE

 

 

TERZO LOTTO:
(65000 pezzi dal n.534000 al 599000)

Lotto interamente ceduto al Comando Wehrmacht (Befekes) fra l’agosto ’44 e il febbraio ’45: La finitura è War-Finish con evidenti segni di macchinazione e la finitura delle pistole è avvenuta per fosfatazione.
E’ presente talvolta il WaA162 o quello con la sola aquila.

 

Immagini: BERETTA 35 CON PUNZONE WaA162 e 4UT

 

 

Immagini: BERETTA 35 CON  AQUILA CON SVASTICA A DESTRA

 

 

Immagini: BERETTA 35 CON PUNZONE 4UT E FINITURA WAR FINISH

 

 

QUARTO LOTTO: 
(17.000 pezzi dal n.599000 al n.616000)

Ceduto al Comando italiano della Wehrmacht e alle truppe dell’Esercito della RSI fra il febbraio e l’aprile ’45 come emerge da una lettera dell’Ing. Viti al Col. Wittington.
Sul carrello non è riportata alcuna scritta, ma solo il calibro sopra il ponticello del grilletto. La finitura è War Finish e fosfatata.
Alcune portano il punzone tedesco WaA162.

 

Immagini: LETTERA DELL'ING. VITI AL TEN.COLONNELLO R.D. WITTINGTON

 

 

Immagini: BERETTA 35 CON SOLO INDICAZIONE PRODUTTORE E CALIBRO

 

 

 

Immagini: BERETTA 35 CARRELLO BLANK, 4UT E INDICAZIONE CALIBRO A DESTRA

 

 

 

Immagini: BERETTA 35 CON PUNZONE 4UT E FINITURA WAR FINISH

 

 

 

Immagini: BERETTA 35 CON PUNZONE 4UT E FINITURA WAR FINISH

 

 

 

Immagini: BERETTA 35 CON PUNZONE 4UT e WaA con FINITURA WAR FINISH (collezione R.P)



 

L'originalità e l'esistenza stessa delle Beretta con WaA sono da sempre messe in discussione. Con quest'ultimo esemplare possiamo in qualche modo accertarne la prova d'esistenza. Questo perchè l'arma mostrata è da ritrovamento, priva di punzonature civili e presenta un marchio di accettazione WaA appena accennato e poco visibile. Difficilmente un falso verrebbe realizzato in questo modo. (nota Co-Ex)

Da notare che non tutte le pistole Modello 35 furono consegnate alla Wehrmacht poiché esistono esemplari prodotti nel 1944 senza il punzone 4UT, ma con il solo punzone dei banchi di Brescia o di Gardone V.T., evidentemente destinati ai pochi autorizzati nel mercato civile che potevano detenere un’arma.

 

Immagini: BERETTA 35 CON CARRELLO BLANK E PUNZONI CIVILI

 

La lavorazione e la brunitura delle pistole Modello 35 si mantiene abbastanza curata ancora nel corso del primo semestre 1944, anche se non all’altezza dello standard della produzione ante occupazione Beretta. Nel settembre 1943, probabilmente prima dell’occupazione, le armi erano ancora ben rifinite.

Prova ne è la Mod.35 riportante l’anno 1943 XXI dell’Era Fascista prodotta quindi prima del 27 ottobre 1943, destinata alla Milizia Forestale.

 

Immagini: BERETTA 35 CON PUNZONE MILIZIA FORESTALE

 

 

La qualità generale decade rapidamente verso la fine del 1944 quando inizia la consegna di armi non finite e brunite, ma solo parkerizzate con evidenti segni della macchinazione.

Importanti da menzionare sono le modello 1935 prodotte dall'azienda Armaguerra di Cremona. I pochi esemplari noti hanno tutti una finitura approssimativa e discontinua, identica a quelle fabbricate dalla Beretta dello stesso periodo. La canna è marcata FNA. Dallo studio delle matricole precedute da prefisso G si possono contare un massimo di 400 esemplari prodotti.

 

Immagini: ARMAGUERRA M35 matricola G00290

 

 

Immagini: ARMAGUERRA M35 matricola G00255

 

 

Immagini: ARMAGUERRA M35 matricola G00225

 

 

Inoltre, nella produzione si notano alcune incongruità. Ad esempio pistole War Finish con una scritta, pur semplificata, del produttore Beretta, altre meglio rifinite senza scritte e col solo calibro sul lato destro o sinistro.

Nel lotto poi ne “salta fuori” una ben rifinita, senza segni della macchinazione e col 4UT nitido e Ben apposto.

In questo periodo si riscontra la produzione anche di pistole ottimamente rifinite o addirittura incise come un esemplare che porta la data del 1945, e visto il numero di matricola, terminata a guerra ancora in corso.

 

Immagini: BERETTA 35 FINEMENTE INCISA

 

Comunque, al di là del grado di rifinitura è certo che le pistole 34 e 35 prodotte da Beretta funzionavano meglio delle armi prodotte in Germania nel medesimo periodo.

Sul mercato collezionistico troviamo talvolta Beretta Modello 35 (e 34) che presentano anche punzoni inglesi e soprattutto tedeschi post-bellici, in quanto importate dalla Germania o dall’Inghilterra dove erano arrivate come preda bellica o souvenir e successivamente regolarizzate in Italia.

La reimportazione ha fatto sì che siano stati nuovamente apposti i punzoni della Repubblica e del Banco di prova di Gardone e, malauguratamente, a volte il numero del famoso catalogo, molto spesso apposto senza guardare il posizionamento che di fatto deturpa l’arma da un punto di vista collezionistico.

 

                            

 

BERETTA MOD.1934 calibro 9 CORTO:

 

La produzione delle pistole modello 1934 fu decisamente inferiore.

Ne furono prodotte due serie di circa 10.000 pezzi ciascuna, come era uso in Germania, e riportavano dopo i numeri della matricola il suffisso AA o BB.

La prima AA fu consegnata all’Esercito tedesco nell’aprile ‘44 e l’ultima (9997AA) il 10 luglio dello stesso anno.
Nello stesso giorno fu consegnata anche la prima del lotto BB: Matricola 0001BB.
La produzione di questa serie arriva alla 9971BB.
L’arma risulta però venduta sul mercato civile dopo la fine della guerra, nel novembre ’45.

In totale furono prodotte 18.903 pistole. Non si comprende tuttavia il motivo per cui, nonostante la teutonica precisione, i lotti di entrambe le serie non siano stati completati sino alla matricola 10000.

Sul carrello troviamo due tipologie di scritte:

dalla Matricola 0001AA alla 3200AA:                    

 

P.BERETTA - CAL.9 CORTO-M 1934 BREVET.
GARDONE V.T. 1943- XX (oppure XXI)

 

dalla Matricola 3200AA alla fine del lotto:

 

P.BERETTA-CAL.9 CORTO-M 1934 BREVET.
GARDONE V.T. 1944

 

 

Immagini: BERETTA 34 "AA" CON SCRITTE PRIMO TIPO

 

 

 

 

Immagini: BERETTA 34 "AA" CON SCRITTE SECONDO TIPO CON ANCORA MARCHIO DELLA R.A.

 

 

 

Immagini: BERETTA 34 "AA" CON SCRITTE SECONDO TIPO CON PUNZONE BANCO DI BRESCIA

 

 

 

Immagini: BERETTA 34 "AA" CON SCRITTE SECONDO TIPO CON ANCORA MARCHIO DELLA R.A.

 

 

Negli ultimi numeri del lotto serie BB, circa dalla matricola 9000BB, il carrello non presenta alcuna scritta e il nome del produttore, P. BERETTA- Gardone V.T. è riportato sul fusto e sopra il ponticello del grilletto il calibro marcato 9C.

 

Immagini: BERETTA 34 "BB" CARRELLO SENZA SCRITTE E PRODUTTORE SUL FUSTO

 

 

 

Immagini: BERETTA 34 "BB" CARRELLO SENZA SCRITTE E PRODUTTORE SUL FUSTO

 

 

Come accennato, solo pochi esemplari della serie AA e BB riportano il punzone di accettazione militare WaA con aquila (Wa162) e solo su pochissime è presente anche il punzone del 4UT.

 

Immagini: BERETTA 34 "AA" CON PUNZONE 4UT

 

 

 

Immagini: BERETTA 34 "AA" CON PUNZONE 4UT LATO DESTRO

 

 

Sulle AA e BB si può trovare sia il punzone del Banco di prova di Gardone V.T., che quello del Banco di Brescia. (leone rampante nell’ovale coronato).

 

Immagini: BERETTA 34 "BB" CON PUNZONE BANCO DI BRESCIA

 

Molte pistole della serie AA vennero consegnate all’Aereonautica della R.S.I., ma nel punzone oltre all’aquila, è presente ancora la corona del Regno.

 

Immagini: BERETTA 34 "AA" CON PUNZONE REGIA AERONAUTICA

                                                                

 

La lavorazione dei due lotti Modello 34, rispetto a quella delle 35, anche se avvenuta in un periodo bellico molto cruciale per i Tedeschi, è stata sempre sufficientemente accurata, a differenza di quanto accadeva in Germania presso la Walther, la Mauser o la Spreewerke. Quest’ultime, durante gli anni ‘43 e ‘44, sotto gli incessanti bombardamenti aerei alleati, produssero pistole con grossolana rifinitura dette in gergo, “war finish” , molto peggiore di quella delle produzione italiana nell’analogo periodo.

Tutte le AA e la prima metà della serie BB presentano ancora una buona/discreta rifinitura e brunitura (commercial blue finish)

Le ultime della serie BB invece, prodotte dall’agosto alla fine del 1944, presentano finitura molto grossolana con evidenti segni di macchinazione. Al posto della brunitura veniva eseguita la fosfatazione.

La fretta di ultimare le armi era tale che le matricole sono rullate superficialmente (e male), con nessuna scritta sul carrello, la sola indicazione del produttore Beretta e calibro è impressa sul fusto sopra il ponticello del grilletto. Il resto era considerato una perdita di tempo. Talvolta la matricola era riportata solo sul carrello.

Tuttavia, anche nelle serie AA e BB troviamo pistole incise prodotte per importanti personalità.

Sono note quella attribuita al Maresciallo Graziani e un’altra, simile a questa, attualmente nella collezione di Bob Adams, con le cifre di un fortunato RC.

 

Immagini: BERETTA 34 INCISA DEL MARESCIALLO GRAZIANI

 

 

 

Immagini: BERETTA 34 INCISA DEL MARESCIALLO GRAZIANI (Collezione Bob Adams)

 

 

Un discorso a parte meritano le pistole Modello 34 della serie matricolare G.       

Terminata alla fine del 1943 la serie matricolare F, a cavallo dell’armistizio, inizia la produzione armi della serie matricolare G con ancora sul carrello la scritta 1943XXI.

Con la creazione della Repubblica Sociale tra settembre e ottobre ’43, viene eliminato l’anno Era Fascista e rimane solo il nome del produttore e la data Gardone V.T. 1944. Come già detto, l’esigenza di produrre armi cresce e quindi per risparmiare il tempo della rullatura, vengono eliminate le scritte lasciando il carrello blank.

Il calibro “cal.9” è riportato sulla parte destra del fusto posizionato sopra il ponticello del grilletto. Molte armi in questo blocco matricolare furono consegnate all’Aereonautica della RSI ed anche in queste l’aquila del punzone è sempre coronata

 

Immagini: BERETTA 34 "G" CON PUNZONE REGIA AERONAUTICA

 

 

 

Immagini: BERETTA 34 "AA" CON PUNZONE REGIA AERONAUTICA

 

Molta documentazione della Pietro Beretta è purtroppo scomparsa, distrutta dai bombardamenti alleati o saccheggiata dopo il 25 aprile.

Alcuni dati relativi a questa produzione sono riassunti in una lettera che l’Ingegner Viti, il direttore della Pietro Beretta del tempo, scrisse il 31 giugno 1979 alla Commissione Americana presieduta dal Ten.Colonnello Robert D.Whittington che, presso l’Arsenale Militare di Picatinny - Dover N.J., svolgeva una ricerca sul numero di pistole prodotte per l’Esercito tedesco dalla Beretta.

 

 

Copyright©2020 - Adriano Simoni e Co-Ex


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