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WALTHER P38 - P1





La Wather è un marchio tedesco che vanta fra i suoi prodotti alcune armi che sono diventate famose anche nella cultura di massa. Fra queste sicuramente bisogna ricordare la Walther PPK e la Walther P99, usate da James Bond e la Walther P38.

Una Walther P38

 

 

Questa arma è stata inizialmente prodotta dalla Germania Nazista dal 1938, alle soglie della Seconda Guerra Mondiale. Proprio da qui prende il suo nome di P38, che indica proprio l’anno della sua “nascita”.
Ne venne proposta anche una versione civile, denominata P.38, per aggirare il divieto di vendita di armi con denominazione militare. Di queste ne furono acquistati diversi esemplari dalla Repubblica Sociale Italiana, ai tempi di Benito Mussolini.

Nel dopoguerra, con l’entrata della Germania Ovest nella NATO, la casa tedesca cambiò il nome in P1 e destinò queste nuove armi all’esercito e alla polizia. Parallelamente riprese poi la produzione per il mercato civile delle P.38.

una Walter P1 del 1980

 

 

La P38 storica, con il suo peso da scarica di 900 grammi, nasce in calibro 9 mm Parabellum, ma ci sono anche esemplari in 7,65 x 21 mm Parabellum, .45 ACP e .22 LR.
Ad oggi nel nostro Paese è possibile trovare modelli di P1 modificate per il mercato civile in 9x21 mm IMI, in quanto le munizioni in 9 mm Parabellum sono destinate alle forze armate. Queste armi recano spesso l’incisione BW, che sta ad indicare la loro precedente appartenenza al Bundeshwehr, le forze armate della Repubblica Federale Tedesca.

Logo BW in una Walther P1

 

 

La P38 è una pistola semiautomatica con chiusura geometrica a blocco oscillante, di brevetto della Walther.
Sotto la canna è posto un blocco dotato di due alette, che si incastrano nel carrello. Durante la fase di sparo, carrello e canna rinculano, e questo meccanismo determina l'uscita delle due alette dalle sedi, svincolando la canna e lasciando che il carrello proceda nella sua corsa. La presenza di due piani inclinati, uno ricavato sul blocco oscillante e uno sul fusto, riporta poi il sistema alla sua posizione iniziale nel momento in cui la canna ritorna in chiusura spinta dall'azione delle due molle di recupero.
Questo sistema è montato ancora ad esempio sulle Beretta 92, 96 e 98.

Carrello e canna separati.

 

 

Il carrello è in acciaio, ricavato dal pieno e presenta una un'area di espulsione dei bossoli molte estesa, che riduce il rischio di inceppamento. Sulla sinistra del carrello si trova la sicura manuale. All'interno di esso si trova anche l'avvisatore di cartuccia in canna, costituito da un piolo caricato a molla che va ad appoggiarsi sul fondello della cartuccia eventualmente camerata e, ad arma carica, sporge si qualche millimetro. Questo può essere molto utile in caso di buio, poiché in modo tattile si può capire se l’arma sia carica o meno.

Particolare dell’avvisatore di cartuccia in canna con arma carica.

 

 

Presenta poi lo scatto sia ad azione singola che doppia, cane esterno e tacche di mira fisse, che nelle P1 sono state migliorate con riferimenti bianchi per il tiro con cattive condizioni luminose.
Quest’arma è stata frutto di un progetto molto avanzato, in quanto sono stati aggiunti miglioramenti necessari ad un armamento di tipo militare.

La P38 è diventata anche uno dei simboli degli Anni di Piombo in Italia. Essa era talvolta usata da gruppi armati extraparlamentari, che si procuravano le armi in vecchi depositi partigiani, che a loro volte le avevano sottratte ai soldati nazisti.

La P38 era però spesso “vittima” di malintesi giornalistici, essendo spesso confusa con i revolver calibro .38, facilmente reperibili in quegli anni: si poteva leggere infatti di inesistenti “P38 special” su diversi giornali. Addirittura il settimanale tedesco Der Spiegel aveva messo in copertina la foto di un revolver posato su un piatto di spaghetti, che è spesso erroneamente ricordata come la copertina “della P38".

Autonomi che agitano le dita, simbolo della P38

 

 

Questa arma è poi famosissima anche nella cultura popolare. La Walther P38 è la pistola utilizzata dal ladro Lupin III e compare anche nel titolo di un film animato del 1997, chiamato appunto Lupin III – Walther P38. La Walther P38 è poi una delle trasformazioni di Megatron, personaggio dei Transformers.

La P38 è infine citata nel romanzo di Italo Calvino Il sentiero dei nidi di ragno. Il giovane Pin, protagonista dodicenne della vicenda, si unisce ai partigiani dopo aver rubato l’arma in questione ad un marinaio tedesco, amante della sorella.

Locandina del film Lupin III – Walther P38

 

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