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WINCHESTER 1895 E L'EVOLUZIONE DEI FUCILI A LEVA





 

L'EVOLUZIONE DEI FUCILI A LEVA

Prima di iniziare a parlare del Winchester modello 1895 e del suo impiego nella Prima Guerra Mondiale, è doveroso fare un riassunto dell’evoluzione che il fucile a leva ha attraversato, sia meccanicamente che nel suo impiego generale. 

L’idea di un’arma a ripetizione capace di sviluppare un elevato volume di fuoco era già stata sperimentata da diversi progettisti americani nella prima metà del ‘800, ma si deve a Benjamin Tyler Henry il merito del successo del fucile a leva, che nel 1860 si è concretizzato col suo fucile Henry. 

Benjamin Tayler Henry

 

Negli anni precedenti Henry aveva lavorato per la Volcanic Repeating Arms Company, sperimentando e migliorando il brevetto della Volcanic Repeater nel tentativo salvare la compagnia dai crescenti debiti. Nonostante il design promettente, però, la pistola Volcanic incamerava una cartuccia decisamente troppo debole per farne una pistola di successo. Verso la fine del 1850 i titolari della compagnia, Horace Smith e Daniel B. Wesson, decisero quindi di vendere i brevetti al maggior investitore - tale Oliver Winchester - per concentrarsi su altri progetti (fonderanno poi la Smith & Wesson Revolver Factory).

Winchester a questo punto cambiò il nome dell’azienda in New Haven Arms Company e, forte del suo capitale, diede carta bianca a Henry per migliorare il progetto di una carabina a leva sulla base del sistema Volcanic. 

In breve tempo Henry sviluppò una nuova cartuccia per la carabina a leva che stava progettando e brevettò cosi il Henry Repeating Rifle.

Fucile Henry mod. 1860

 

Il fucile era dotato di una canna da 24 pollici, con un caricatore tubolare sotto di essa capace di 16 cartucce a percussione anulare calibro 44. La nuova munizione impiegava una palla in piombo da 216 grani che, spinta da una carica da 26 grani di polvere nera, raggiungeva i 340 m/s. Questo tipo di prestazioni erano considerate tipiche delle pistole, tuttavia la velocità con cui si poteva utilizzare il fucile lo rendeva letale sotto i 150m: con il solo movimento in avanti della leva si estraeva la cartuccia esausta e si riarmava il cane e, col ritorno in posizione, si incamerava una nuova cartuccia in canna e si portava il fucile in chiusura, rendendolo subito pronto al fuoco. 

Il fucile Henry ebbe successo sia tra i soldati dell’Unione (durante la guerra civile americana), che tra i cacciatori e uomini di legge che ne fecero uso negli anni successivi.

Nel 1866 la New Haven Arms Company cambiò ancora nome: nacque la Winchester Repeating Arms Company, e venne prodotto il Winchester Repeating Rifle, noto anche come “Yellow Boy”.

Fucile Winchester Henry mod. 1866 (Euroarms images)

 

Questo nuovo fucile era in tutto e per tutto un Henry, con una nuova finestra di caricamento presente sul lato del castello e un paramano in legno. Questi erano miglioramenti strutturali notevoli. La Winchester, inoltre, ora proponeva anche un insieme di personalizzazioni opzionali: diverse lunghezze di canna, diversi tipi di calciature e vari tipi di organi di mira, ma restava un fucile che incamerava una munizione relativamente debole.

La vera svolta avvenne qualche anno più tardi col modello 1873.

Nel 1873, infatti, Winchester lancia sul mercato un nuovo fucile a leva; il meccanismo di base era lo stesso del modello Henry, ma i nuovi traguardi nella metallurgia permisero la produzione di un castello in acciaio più resistente e di una nuova cartuccia a percussione centrale. La nuova cartuccia, denominata .44 Winchester Center Fire (o più semplicemente ‘44 W.C.F.’ o ‘44-40’), consisteva in una palla in piombo calibro 44 da 200 grani spinta da 40 grani di polvere nera. Vennero proposte anche altre cartucce quali il 38-40, il 32-20 e il 22lr, ma quella di maggior successo rimase il 44-40. 

Winchester mod. 1873 e la munizione .44-40 o .44 WCF (Images courtesy of the Cody Firearms Museum)

 

Winchester però si rese conto che, nonostante il successo, per la caccia grossa il 44-40 non era sufficiente se non a brevi distanze; venne quindi progettato un nuovo modello: il 1876.

Il 1876 non era altro che un modello 1873 sovradimensionato per incamerare il nuovo calibro .45-75, e in seguito il .45-60 e il .50-95 Express. Queste erano cartucce che seppur nominalmente superiori al .45-70 Government non ne eguagliavano energia e velocità, rimanendo legate a caricamenti con palle non superiori ai 350 grani (laddove i fucili monocolpo Sharps e Rolling Block reggevano caricamenti con palle fino ai 500 grani).

Winchester mod.1876 (Images courtesy of the Cody Firearms Museum)
 

la munizione .45-75

 

L'ERA DI JOHN MOSES BROWNING

Quale fosse l’esigenza che spinse Winchester allo sviluppo del 1895 è chiara: la compagnia doveva tenersi sempre al passo con il rapido progresso tecnologico e con la concorrenza spietata delle altre aziende.

Dopo lo sviluppo del 1876, Winchester non sapeva come approcciarsi al mercato dei fucili da caccia grossa (i cui “re” incontrastati erano Sharps e Remington con i loro monocolpo), ma anche al mercato dei fucili a ripetizione di grosso calibro (di cui Marlin deteneva il monopolio).

Nel 1885 Winchester si interessò al progetto di un promettente armaiolo di cui vennero acquistati i diritti per la produzione di un eccellente fucile a colpo singolo: iniziò così la longeva e strabiliante carriera di John Moses Browning. A questo punto, a distanza di un solo anno, J.M. Browning sviluppò il Winchester modello 1886, fucile capace di competere con i più noti Sharps.

John Moses Browning

 

Winchester mod. 1886 con diverse finiture del castello e dei legni (Images courtesy of the Cody Firearms Museum)
 

 

Questo fucile era il primo della nuova serie di fucili dotati di due tenoni di chiusura che, in maniera simile a un’azione a blocco cadente, si inserivano tra il castello e l’otturatore una volta portata la leva in chiusura, rendendo l’azione estremamente solida. Il 1886 era un’arma robusta al punto tale che il design resterà invariato anche con l’avvento delle polveri infumi.

Lo stesso meccanismo venne poi ridotto in scala per dar vita al modello 1892, un fucile a leva che doveva sostituire il 1873 utilizzando le stesse cartucce ma con caricamenti a polvere infume.

Winchester mod. 1892

 

Nel 1894, Browning modificò ulteriormente il modello ’92 per adattarlo al nuovo .30 Winchester Center Fire (o ‘30-30’), una nuova cartuccia a polvere infume che doveva proporsi come via di mezzo tra le più deboli cartucce da pistola e le più potenti da caccia grossa. I modelli ’92 e ‘94 resteranno i fucili da caccia più diffusi e di maggior successo per più di un secolo, entrando di diritto nella storia americana.

Winchester mod. 1894 e la munizione .30-30 o .30 WCF

 

Parallelamente, Browning si stava interessando ai progressi fatti in Europa in ambito di fucili a ripetizione di stampo militare, in particolare ai fucili Mauser, che stavano spopolando grazie alla loro meccanica semplice e robusta e ai caricatori integrati, i quali garantivano un’alimentazione sempre corretta e affidabile.

Browning quindi si mise all’opera per sviluppare un fucile innovativo, capace di reggere le munizioni più potenti di tipo militare e dotato di un caricatore lineare integrato nel castello, tenendo a mente però che il marchio di fabbrica della Compagnia era il sistema a leva. Il genio di Browning prevalse nonostante le difficoltà tecniche e, solo un anno dopo, nell’autunno del 1895, brevettò e mise in produzione il Winchester modello 1895.

 

IL MODELLO 1895

Images courtesy of the Cody Firearms Museum

 

 

Ciò che rende il 1895 unico nel suo genere è, come abbiamo detto, il caricatore lineare integrato nel castello. L’adozione di questo sistema di alimentazione è spesso giustificata con la necessità di incamerare munizioni con palla spitzer che, in un caricatore tubolare, potrebbero dar vita a esplosioni accidentali nel momento in cui l’innesco della cartuccia colpisca, durante il rinculo, la palla della cartuccia precedente.

I manifesti pubblicitari e la storia delle munizioni prodotte all’epoca ci mostra però che le palle spitzer non furono diffuse se non anni più tardi (e soprattutto in ambito militare), mentre nell’ambito venatorio lo standard rimaneva il caricamento con palla soffice, che garantiva una migliore balistica terminale.
Le ragioni dello sviluppo di questo tipo di caricatore sono, piuttosto, la necessità di rendere il caricatore più robusto. Oltretutto ciò permetteva di migliorare la precisione della canna, non dovendo più collegarci un caricatore che, se pieno, avrebbe aggiunto peso, ma anche variarne la lunghezza e il profilo alleggerendola.

Un altro elemento che contraddistingue il modello 1895 è l’azione a leva. Qui i tenoni sono posti sotto l’otturatore, e non sono visibili se non quando la leva è in posizione d’apertura, il grilletto in questo modo si sgancia dal gruppo di scatto per permettere all’azione di muoversi in basso, dovendo infatti muovere l’otturatore per una distanza considerevole - dato l’impiego di cartucce molto lunghe - senza rendere eccessiva e poco pratica la corsa della leva. In questo modo si abbassano i tenoni e arretrano i due bracci che corrono lungo i lati del caricatore, portando così indietro l’otturatore e permettendo l’espulsione del bossolo. La leva, inoltre è composta da due pezzi, che sono un sistema di sicurezza per evitare un’apertura dell’azione involontaria.

 

Questo fucile poteva reggere cartucce molto potenti quali le .30 US (30-40 Krag), il 38-72 e il 40-72.

Il modello 1895 divenne il preferito del presidente USA Theodore Roosevelt, che fece buona pubblicità a Winchester e ai suoi fucili durante le sue battute di caccia. Ciononostante, il 1895 non vendette quanto i due modelli precedenti; così nei primi anni del ‘900 la produzione venne drasticamente ridotta e, di tanto in tanto, piccoli lotti venivano assemblati poco alla volta con i pezzi avanzati.

Theodore Roosevelt durante una battuta di caccia con un Winchester 1895

 

 

DAL FAR-WEST AI CAMPI DI BATTAGLIA

Soldati dell'esercito russo armati di Winchester 1895

 

I fucili a leva ebbero molto successo, ma principalmente solo tra cacciatori e uomini di legge perché i grandi eserciti erano ancora legati all’impiego di cartucce molto potenti, pensate per raggiungere distanze maggiori nei grandi scontri campali.

Tuttavia Winchester aveva avuto modo di dimostrare la validità dei propri fucili anche in guerra: già nella guerra civile americana piccole unità di soldati dell’Unione avevano provato la superiorità dell’alto volume di fuoco ottenuto coi fucili Henry.

Nel 1870 Winchester ricevette un contratto per 50.000 unità tra fucili e carabine per l’esercito ottomano che, nella guerra del 1877-78, dimostrarono la netta superiorità di queste armi rispetto ai già obsoleti fucili Krnka e Berdan utilizzati dai russi, dando prova ai grandi eserciti europei dell’importanza dei fucili a ripetizione. Un altro esempio lo si vide nel 1876, quando il Generale Custer venne ucciso, e con lui le sue truppe nella famosissima battaglia di Little Big Horn, nella quale i soldati americani armati di fucili monocolpo Springfield non riuscirono a tener testa agli indiani armati di Henry e Winchester repeaters.

Winchester sapeva che il suo nuovo fucile incamerato nel .30 US poteva concorrere con i più diffusi fucili a otturatore scorrevole, e lo propose allo stato di New York nella variante ‘musket’ (dove ‘musket’, al contrario del ‘moschetto’ italiano, indica la versione più lunga con canna da 28 pollici, protetta da un lungo paramano e con attacco per baionetta) ma l'arma venne scartata a causa di alcuni requisiti mancanti. Nel 1898, durante la guerra ispanico-americana, vennero ordinati 10.000 modelli ’95 per sopperire alla mancanza di fucili Krag-Jorgensen, ma il conflitto finì prima che Winchester potesse spedire le armi. Queste finirono nelle Filippine e in Centro America, dove ricomparvero durante la guerra di confine contro Pancho Villa.
Nello stesso anno sarà aggiunto il .303 british tra i calibri disponibili, nel tentativo di sfondare nel mercato canadese e lo stesso fucile sarà poi proposto agli inglesi durante la Prima Guerra Mondiale. Negli anni successivi verrà anche adattato per il .30-03 e il .30-06, e saranno proposti qua e là ai vari Stati americani in cerca di nuove armi per i propri dipartimenti di polizia. La vera svolta, però, verrà nel 1914 con il contratto russo.



IL PIU' DIFFUSO, IL 1895 CONTRATTO RUSSO

 

La prima guerra mondiale colse impreparati quasi tutti i suoi partecipanti, ma la Russia fu forse il caso più eclatante: sin dall’inizio dei combattimenti l’esercito dello Zar contava la bellezza di un milione di uomini letteralmente disarmati, e le armi perse in battaglia erano nell’ordine delle decine di migliaia al mese tra fucili dispersi, danneggiati o catturati dal nemico.

Lo stato maggiore russo decise quindi di stipulare contratti con Remington arms e Westinghouse per una prima produzione di fucili Mosin Nagant 1891, ma le due aziende non erano ancora predisposte per la produzione di queste armi e la consegna effettiva avvenne tempo dopo. I russi decisero quindi di rivolgersi a chiunque fosse in grado di fornire fucili (anche quelli non incamerati in 7,62x54R), purché riuscisse a fornire anche il munizionamento senza ritardi.

 

Winchester colse l’occasione e propose il modello ‘95 incamerato nella cartuccia russa, promettendo di avviare la produzione in sei settimane: offrì quindi il vantaggio della consegna in breve tempo e dell’impiego della stessa munizione standard. I russi accettarono, e nell’autunno del ‘14 venne piazzato un primo ordine per 100.000 fucili, che venne poi rinnovato nell’estate del 1915 per altri 200.000 esemplari e 300 milioni di cartucce.
Nacque così il Winchester modello 1895 contratto russo: di base era un modello ‘95 commerciale in configurazione ‘musket’ la cui canna, con un passo di rigatura di 1:12 pollici, stabilizzava la nuova 7,62 spitzer Tipo L da 148gr. Venne aggiunto un attacco per baionetta specifica, un set di anelli per la cinghia a sgancio rapido e una tacca di mira graduata capace di arrivare a 3200 arshin (unità di misura russa equivalente a circa 70 cm).

Particolare dell'azione inconfondibile del mod. 1895

 

Sistema di mira regolabile in arshin

 

A partire dal secondo ordine, venne aggiunta la caratteristica guida per il caricamento tramite le lastrine impiegate dal Mosin Nagant, dato che il 7,62 russo veniva prodotto e spedito al fronte impacchettato con lastrine.

La guida per il caricamento con lastrina

 

Il fucile, come da contratto, veniva fornito con una cinghia e con la baionetta completa del suo corredo; quest’ultima era basata sul modello del Krag Jorgensen, con una lama lunga 8 pollici, che venne poi sostituita da un identico modello con la lama da 16 pollici.

La specifica baionetta da 16" per il Winchester 1895 contratto russo

 

La particolare cinghia 

 

In questo contesto, però, cominciarono a svilupparsi i primi problemi: Winchester fece fatica a convertire quella che era una piccola produzione su ordinazione in una catena di montaggio su larga scala (tenendo in considerazione le numerose modifiche richieste dal contratto); inoltre il governo zarista si dimostrò poco collaborativo: non solo non inviò i calibri necessari a verificare le tolleranze delle armi - impendendo a Winchester di utilizzare i propri - ma pretese anche che i test per il controllo qualità fossero effettuati con munizioni assemblate in Russia, che dovevano quindi essere spedite via mare.

Un altro problema fu costituito dagli ispettori che, in territorio russo, si dimostravano eccessivamente zelanti rifiutando i fucili arrivati anche per i difetti più irrilevanti (talvolta anche estetici), ed entrando quindi in contrasto col gruppo di ispettori presente negli Stati Uniti e incaricato di vigilare sulla produzione. I fucili rispediti negli USA venivano immessi nel mercato civile americano: esistono infatti alcuni esemplari che presentano configurazioni tipiche dei modelli da caccia (anche se con calciature e paramano differenti), ma che presentano il marchio di approvazione degli ispettori russi presenti in Winchester. Questo marchio era composto dalle tre lettere in cirillico "ХиЗ", che corrispondevano alle iniziali dei cognomi dei due ispettori presenti in fabbrica, ossia "Хатунцев и Заде" (che erano, rispettivamente, il capitano Sergey Petrovich Khatuntsev e il colonnello Artemy Yakovlevich Zade). Il punzone lo si può trovare sulla canna, sul castello e sul calcio. Tutti gli altri punzoni presenti su questi fucili corrispondono ai marchi commerciali Winchester.

I marchi di accettazione russi e marchi di specifica del calibro dell'arma

 

Nel dicembre del 1916 i due ordini erano stati completati, e tutti i 300 000 fucili spediti. Si ritiene che circa 6000 di questi fucili vennero persi prima di raggiungere il fronte, ma i restanti vennero impiegati tutti in prima linea, senza riserve. Le unità che vennero armate con i Winchester 1895 erano per lo più i reparti di volontari provenienti dai paesi baltici - in primis i lituani - ma i fucili arrivarono anche tra le mani di reparti cechi, finlandesi e polacchi.

 

La fine della prima guerra mondiale non significò la scomparsa del Winchester dai campi di battaglia: con l’arrivo della rivoluzione bolscevica e la guerra civile in Russia entrambi gli schieramenti fecero uso del Winchester e, quando la battaglia si spostò in Finlandia durante il 1918, anche qui le Guardie Bianche utilizzarono e apprezzarono il modello 1895. 

La Finlandia mantenne i pochi fucili rimasti per armare le truppe di supporto e le guardie delle unità paramilitari ma, con la successiva standardizzazione del fucile Mosin e dei suoi derivati, i Winchester vennero venduti ai privati per farne armi da caccia. 

L’ultimo conflitto in cui si vide impiegato il Winchester 1895 nella sua variante da contratto russo fu nel 1936: le forze repubblicane spagnole, in estremo bisogno di armi, si rivolsero ai loro alleati - in questo caso l’URSS - per ricevere tutto l’aiuto possibile. La Russia decise di sbarazzarsi di tutte quelle armi obsolete che erano presenti nei magazzini, inviando anche alcune migliaia di Winchester rimasti dalla prima guerra mondiale. 

Winchester non ricevette più contratti militari per i propri ‘95, e nel 1936 fu cessata la produzione di questo modello, se non su ordini speciali. 

Questo design non offriva i vantaggi ormai presenti nei più diffusi fucili militari, infatti l’otturatore e la meccanica coinvolta erano troppo sensibili allo sporco e difficili da smontare, inoltre le parti interne, in caso fosse stato necessario sostituire un elemento danneggiato, erano difficili da raggiungere. Tutto ciò rese il modello 1895 l’ultimo dei fucili a leva prodotti da Winchester, e l’ultimo ad essere impiegato da un esercito.

Altre immagini dell'esercito russo con il Winchester 1895:

 

 

CLASSIFICAZIONE COLLEZIONISTICA:

Reperibilità 4
Valore Storico 4
Valore nel Tempo 4
Valore di Mercato 5
Stato dell'Arma GRADE B+

Per consultare la legenda, clicca qui

Copyright© 2020 - Christian Gorr e CoEx

“We sincerely thank the Cody Firearms Museum for allowing us to use some of the pictures from their publications.”

 

 


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