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categorie - OTTICHE E ACCESSORI

Caricatori AK47

calibro 7,62x39mm





Questa è una pagina tecnica, utile ai collezionisti per riconoscere la nazionalità dei caricatori per il fucile AK47 mediante le loro caratteristiche peculiari.
(AK47 -> nomenclatura collezionistica per identificare il modello in calibro 7,62x39mm).
A maggior integrazione consigliamo anche la consultazione della pagina dedicata alla munizione 7,62x39mm. (CLICCA QUI).


UNIONE SOVIETICA:
L'origine pura del caricatore. I russi inizialmente produssero caricatori metallici lisci, ma accorgendosi del peso eccessivo, introdussero il più famoso dei caricatori AK, il modello in acciaio nervato. Successivamente all'adozione della versione modernizzata AKM, produssero altre varianti con il solo scopo di ridurre il peso: un modello in plastica fenolica (una resina termoindurente solitamente rossa/arancio chiamata Bakelite) e un altro modello in alluminio nervato. Entrambe le soluzioni moderne non ebbero un gran successo a causa della fragilità. Nell'immaginario comune troviamo quindi il classico caricatore in acciaio nervato.

Primo modello: Acciaio liscio
Ha quasi il doppio del peso di un normale e classico caricatore per AKM ed è privo di nervature. Se ne conoscono solo di produzione Russa e Finlandese.

Secondo Modello: Acciaio nervato
Realmente ne esisteva un modello transizionale ma con una nervatura molto semplificata ed estremamente raro in ambito collezionistico. Nell'immaginario collettivo questo è IL CARICATORE per AK, costruito in acciaio di spessore inferiore rispetto al predecessore e con nervature a supporto per mantenerlo rigido e durevole anche in condizioni di utilizzo estreme. Nella seconda immagine si puó notare il punzone di Izhevsk.

Modello in "Bachelite": Produzione Izhevsk.
Ne esistono anche con il simbolo di Tula (una stella) al posto del triangolo con freccia tipico della produzione di Izhevsk. Questo materiale rende molto leggero il caricatore, ma seppur mai dismesso, è particolarmente conosciuta la sua fragilità. Infatti, in caso di urto sulle alette di tenuta della munzione, queste spesso si rompevano rendendo inutilizzabile il caricatore.

Questo tipo di caricatori, a cui ci si riferisce comunemente con "caricatori in bachelite" o "bakelites" per gli anglofoni; sono in realtà composti da una resina termoindurente di fenolo-formaldeide rinforzata con fibra di vetro, la stessa famiglia di resine include la bachelite, da cui quindi deriva il soprannome. Questi caricatori in particolare sono nati per le munizioni 7,62x39, progettati per sostituire i più noti (e pesanti) caricatori in acciaio stampato per AK47/AKM. Gli impianti di Izhevsk progettarono e avviarono la produzione tra il 1965 e il '68, ponendo fine definitivamente alla produzione di caricatori in metallo. Infatti è curioso notare che se per il calibro 7,62 esistono principalmente 4 tipi di caricatori russi (di cui 2 varianti in acciaio stampato, una in alluminio e questi in resina) per il successivo 5,45 vennero adottati direttamente quelli in "bachelite" e successivamente verranno utilizzati modelli in polimeri, dato che non aveva più senso tornare a progettare e produrre caricatori oramai obsoleti in acciaio. Tuttavia va sottolineato che altri paesi i quali non possedevano gli impianti di produzione necessari alla costruzione dei “bachelite” adottarono l’Ak74 con caricatori propri in acciaio stampato (vedi Cina e Polonia).
In quanto ai dettagli i caricatori sovietici hanno due caratteristiche onnipresenti: il logo in rilievo dell'arsenale sul fianco destro (triangolo frecciato, stella o scudo stellato) e il "numero di serie" della miscela della resina sul fianco sinistro. Nonostante il materiale prevalente sia la vetroresina, i caricatori presentano rinforzi metallici sui due punti d’aggancio, nei modelli prodotti più recentemente anche le alette di tenuta sono rinforzate (si riconoscono i modelli più recenti per l’assenza della “spina dorsale” di rinforzo sul caricatore), e ovviamente molla, elevatore e piastra di fondo sono in acciaio.

Modello in alluminio nervato:
Particolarmente ricercato in ambito collezionistico. Risulta essere estremamente leggero, ma nonostante l'evidente nervatura a supporto, non è mai riuscito a sostituire il classico caricatore Ak a causa della sua fragilità, sopratutto durante la compressione del corpo centrale.

 


REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA:
Questo modello è riconoscibile semplicemente dalla finitura di alta qualità tipica delle lavorazioni tedesche. Le saldature sulla "spina dorsale" del caricatore sono chiare e ben definite e si ripetono a distanza costante. Per ultimo, la finitura è tipicamente "blued" ovvero brunita lucida di ottima fattura con un'alta resistenza alla corrosione.

 


JUGOSLAVIA:
E' uno dei più semplici modelli da riconoscere per due caratteristiche evidenti: la presenza delle due nervature orizzontali PARALLELE nella parte inferiore vicino al fondello e la presenza di un rialzo dell'elevatore (follower) che permette all'otturatore dell'AK di poter rimanere aperto una volta esaurtiti i colpi.

 


REPUBBLICA POPOLARE CINESE:
Come per il modello Jugoslavo, anche il cinese si differenzia completamente dagli altri modelli del blocco est per due caratteristiche molto visibili: presenta anch'esso due nervature nella parte bassa ma NON parallele e la mancanza della spina dorsale posteriore.



POLONIA:
Dopo il modello DDR, insime all'originale russo, si colloca tra i meglio costruti fra tutti i caricatori prodotti in loco su licenza per l'AK. La caratteristica che concede il facile riconoscimento è l'interruzione a 90° della nervatura principale nella parte posteriore del caricatore (si richiama l'immagine allegata per meglio comprendere il dettaglio). Inoltre sui caricatori polacchi è possibile trovare punzonature sulla spina dorsale come ad esempio un 12 racchiuso in un triangolo o un 11 racchiuso in un ellisse, inoltre sono stati riscontrati molti marchi tipo "2", "4", "S2", "S7". Anche nel caso del polacco la finitura è decisamente di alta qualità. Nei modelli di tardissima produzione (anni 70) quando la Polonia ormai produceva gli AKM, è facile trovare caricatori verniciati di nero anzichè bruniti.

 


BULGARIA:
Questo caricatore, pur avendo la quasi totalità di sembianze sovietiche ha un piccolo dettaglio che lo rende unico su tutti. Come per il polacco, presenta un interruzione della nervatura principale, ma invece che essere a 90° ha un taglio a 45°. Solo il bulgaro ha questa caratteristica. Riguardo i marchi è possibile trovare il celebre marchio "10" racchiuso da due cerchi che identifica l'asenale di Kazanlak.

 


UNGHERIA:
L'Ungheria, a differenza di altri Stati sopra esposti, che presentavano delle caratteristiche morfologiche diverse da nazione a nazione, ha prodotto internamente i propri caricatori esattamente come gli alleati russi. La caratteristica che li rende riconoscibili è la sola presenza del marchio "O2" sul dorso del caricatore. Questo marchio viene confuso spesso con "C2", ma l'errore deriva solo dall'imperfezione o usura del punzone usato.
Nell'immagine viene mostrato un caricatore da 20 colpi, ma non si tratta di un caricatore ridotto, bensì di una scelta voluta proprio dall'esercito Ungherese. Infatti, già dall'adozione dell'AKM-63 e subito dopo dall'AMD-65 e AMP-69, a causa della grip frontale verticale, il caricatore da 30 colpi non era di facile inserimento, pertanto il ministero della Difesa Ungherese ha optato per l'utilizzo di caricatori da 20 munizioni. Nonostante siano esistenti ancora svariati modelli da 30 colpi, il modello da 20 colpi è forse ancora più comune.

 


ROMANIA:
Forse il più complesso da riconocere per la mancanza di caratteristiche evidenti. L'aspetto del caricatore riconduce al modello russo con le stesse modalità di saldatura delle parti. La qualità costruttiva è ovviamente inferiore ed è facile da notare se confrontato con un modello russo. Inoltre la saldatura della parte superiore del caricatore, come si vede in foto è alquanto grossolana. La nervatura dorsale si interrompe come il modello polacco ma in modo meno netta (vedi foto). I caricatori rumeni possono anche avere svariati marchi di riconoscimento: il primo da non confondere con il marchio di Izhevsk è il triangolo con freccia degli arsenali di Cugir, inoltre sono stati trovati marchi "O", "22", "O22", "Z", "3", "V" e "F".



 


CECOSLOVACCHIA:
Doversoso annoverare il modello cecoslovacco per l'appartenenza al blocco est. La Cecoslovacchia anzichè il fucile Ak decise di adottare un'arma progettata e prodotta in loco, il Vz58. Infatti il fucile Vzor58 presenta solo le "linee" simili all'Avtomat, ma con una meccanica di funzionamento completamente diversa e, a causa di questo, il caricatore, nonostante la classica forma a "banana", non è assolutamente intercambiabile con il fucile russo. Il caricatore del Vz58 è stato prodotto solo in alluminio verniciato con il noto colore grigio-blu tipico delle armi Cecoslovacche.


MISCELLANEA e PARTICOLARI:

Modello con finestra:
Questa particolare versione identifica un esemplare da addestramento. Tale modifica, che permetteva di avere il controllo delle munizioni restanti, non è mai stata eseguita in fabbrica o in arsenale, ma questa trasformazione veniva fatta direttamente sul campo o all'interno dei reparti. Caricatori di qualsiasi provenienza è possibile notarli tra le mani di parecchie truppe irregolari arabe durante le guerre degli ultimi anni. E'presumibile pensare che possano essere estremamente utili durante i conflitti per evitare di scontrarsi con il nemico con caricatori quasi scarichi.

 

 Copyright© 2017 - CoEx, Daniele Belussi, Christian Gorr


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