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categorie - MUNIZIONI

CALIBRO 7,62x39

Un Successo Russo





Cartuccia di potenza intermedia adottata dall’Armata Rossa nel 1943 i cui studi iniziarono già nella seconda metà degli anni ’30 quando i primi prototipi di nuove armi automatiche (AVS-36, SVT-38, SVT-40) emersero i problemi derivanti dall’uso di una munizione a piena potenza su una tale tipologia di armi. 

La misura è la via di mezzo tra le altre due munizioni d’ordinanza, la 7,62 × 54 mm R dei Mosin-Nagant e la 7,62 × 25 mm Tokarev in uso sulle pistole omonime. La forma notevolmente conica, ne rende l’uso ottimale nelle armi automatiche perché ne è facilitato il distacco dalle pareti della camera di cartuccia. Le palle sono trafilate come tutte le munizioni russe a .312 centesimi di pollice (rispetto ai .308 delle palle occidentali). La palla, nella versione definitiva della munizioni pesa 122 grani e fin dalla sua origine, al suo interno trovava presente un cilindro di acciaio dolce, usato poiché il piombo durante la guerra era diventato un materiale raro. La presenza di un cilindro d’acciaio all’interno fa si che il centro di massa sia posteriore rispetto al centro geometrico facendo si che all’atto dell’impatto la palla tende al ribaltamento, anche se recenti studi di Martin L.Fackle sembrano smentire tale comportamento nel caso di impatto in tessuti umani.
La munizione vide la luce sul campo operativo la prima volta nel 1944 sul fronte Bielorusso nella carabina ideata da Simonov, l’ SKS. Venne poi utilizzata anche nella successiva arma d’ordinanza, l’AK47.
Inizialmente fu sviluppata nelle misure 7,62 × 41 mm e solo nel 1947 venne modificata nella sua versione nota come 7,62 × 39 mm.
Nominalmente è sparata con una velocità alla bocca di circa 730 m/s con un’energia di circa 2000 J, valori simili alla munizione M855 (SS109) del 5,56 × 45 mm NATO sparata da un M-16/AR-15 con palla da 62 grani.
A differenza di questa però, avendo una palla più pesante ha una traiettoria maggiormente parabolica ed è meno precisa sulle lunghe distanze. Sparata da un SKS a 200 m mantiene ancora circa 1000J, ovvero il 50% dell’energia che aveva alla bocca, con una caduta di circa 10 cm.
L’Ex-Jugoslavia di Tito negli anni ’60 ne disegno una nuova variante, la M67, dotata di palla più appuntita e senza l’inserto di acciaio, riuscendo quindi ad avere una volumetria minore e un migliore fattore forma.
La munizione 7,62 × 39 mm fu rimpiazzata solo come munizione d’ordinanza dalla nuova 5,45 × 39 mm in uso sull’AK74.
Resta comunque tutt'ora tra le munizioni maggiormente utilizzate nei vari teatri di guerra.
Per la legislazione italiana rientra tra le munizioni idonee ad uso venatorio.

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